mercoledì 30 gennaio 2019

RIVAL SONS "Feral Roots" (2019)

RECENSIONE



Il 25 gennaio è uscito il 6° album dei californiani Rival Sons e l'impressione al primo ascolto è la stessa dei precedenti: non ci sono brani memorabili ma l'album funziona nel suo insieme.

Registrato in territorio sudista con Dave Cobb alla produzione, il disco si apre con "Do Your Worst" classico rock'n'roll con tanto di riff marcato e ritornello piacevole. Si passa quindi al suono fuzz di "Sugar To The Bone" e al hard-rock seventies di "Back In The Woods" per arrivare alla mutevole "Look Away" con una introduzione acustica a cui segue la particolare parte elettrica.
La title track è un blues in crescendo cantato in stile Paul Rodgers, "Too Bad" un rock variegato e di qualità, "Stood By Me" un moderno funky-blues.
Dopo la zeppeliniana "Imperial Joy", "All Directions" parte con un inizio bucolico e sfocia in un possente finale. Chiudono il tutto l'ipnotica "End Of Forever" (evitabile la batteria elettronica) e il gospel "Shooting Stars" con tanto di coro.

Prescindendo dai momenti già sentiti, tutto l'album è ben caratterizzato dal canto 'vecchia scuola' di Jay Buchanan e dal suono secco del rullante messo in evidenza, elementi che gli conferiscono una certa piacevolezza 'selvaggia'.


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