giovedì 31 gennaio 2019

WATERMELON SLIM "Church Of The Blues" (2019)

RECENSIONE


"Church Of The Blues" è il tredicesimo album di Bill Homans a.k.a. Watermelon Slim e presenta sette canzoni originali, sette cover e numerosi ospiti tra cui Bob Margolin (chitarrista di Muddy Waters dal 1973 al 1980).

Con la chitarra in evidenza in tutti i brani, Watermelon Slim canta di argomenti diversi: le tasse (Tax Man Blues), la tecnologia che ci 'stordisce' ("Post-Modern Blues") e i problemi di relazione ("Me and My Woman"); belli gli assoli in "Mni Wicomi-The Water Song" e "Gypsy Woman". Interessanti anche le sue versioni di "Smokestack Lightning" (Howlin Wolf) e "Too Much Alcohol" (Rory Gallagher) con slide guitar e armonica.
Piacevoli il southern-blues "Charlottesville (Blues For My Nation)", il canto solitario di "Holler #4" e il vivace brano finale "Halloween Man".

Che dire, è il solito vecchio blues ma quando è interpretato in modo così autentico risulta sempre gradevole ascoltarlo.


mercoledì 30 gennaio 2019

RIVAL SONS "Feral Roots" (2019)

RECENSIONE



Il 25 gennaio è uscito il 6° album dei californiani Rival Sons e l'impressione al primo ascolto è la stessa dei precedenti: non ci sono brani memorabili ma l'album funziona nel suo insieme.

Registrato in territorio sudista con Dave Cobb alla produzione, il disco si apre con "Do Your Worst" classico rock'n'roll con tanto di riff marcato e ritornello piacevole. Si passa quindi al suono fuzz di "Sugar To The Bone" e al hard-rock seventies di "Back In The Woods" per arrivare alla mutevole "Look Away" con una introduzione acustica a cui segue la particolare parte elettrica.
La title track è un blues in crescendo cantato in stile Paul Rodgers, "Too Bad" un rock variegato e di qualità, "Stood By Me" un moderno funky-blues.
Dopo la zeppeliniana "Imperial Joy", "All Directions" parte con un inizio bucolico e sfocia in un possente finale. Chiudono il tutto l'ipnotica "End Of Forever" (evitabile la batteria elettronica) e il gospel "Shooting Stars" con tanto di coro.

Prescindendo dai momenti già sentiti, tutto l'album è ben caratterizzato dal canto 'vecchia scuola' di Jay Buchanan e dal suono secco del rullante messo in evidenza, elementi che gli conferiscono una certa piacevolezza 'selvaggia'.


martedì 29 gennaio 2019

THE KENTUCKY HEADHUNTERS "Live at the Ramblin' Man Fair" (2019)

RECENSIONE


L’album è la registrazione del concerto che ha avuto luogo nel 2016 alla Ramblin’ Man Fair di Maidston con l’aggiunta di brani in studio registrati nel 2003 con Johnnie Johnson al piano.

L’inizio è affidato ad una energica versione di “Big Boss Man” (classico di Jimmy Reed); buona anche la successiva “Ragtop”, pezzo originale della band. A partire dalla seguente “Stumblin’” il sound comincia a diventare ripetitivo anche se è ben in evidenza il suono saturo delle chitarre. Si passa al blues con “Shufflin Back to Memphis” e “Have You Ever Loved a Woman” (standard di Freddie King) dove sia il cantante che il chitarrista solista si destreggiano bene ma suonano un po scontati. “Whishin Well” e “Walking With The wolf” sono brani storici della band che, al contrario, suonano ancora attuali. Dopo “My Daddy Was A Milkman”, che stona abbastanza con il resto della scaletta, arriva un altrettanto inaspettato medley dei Beatles: “Don`t Let Me Down” e “Hey Jude”. Più riusciti i classici in studio con Johnnie Johnson: “Rock Me Baby”, “Rock’n’roller” e “Hi-Heel Sneakers”.

Si tratta dunque di genuino rock in stile southern con incursioni di rovente blues, che ci conferma quanto la band sia divertente e graffiante ma al solito priva di inventiva. Un disco divertente ma nulla di più…



sabato 26 gennaio 2019

STEVE HACKETT "At The Edge Of Light" (2019)

RECENSIONE


"At The Edge Of Light" è il 25esimo album da solista dell'ex chitarrista dei Genesis e arriva due anni dopo ''The Night Siren''.

A conferma che Hackett sia ancora un esploratore avventuroso e creativo, l'album presenta una vasta gamma di stili che spaziano dal rock progressivo all'epicità, dalla world music ai suoni d'atmosfera. Diversi gli strumenti utilizzati: il sitar, il didgeridoo, il violino, il duduk e il flauto intessuti insieme al tradizionale equipaggiamento rock.
La world music contraddistingue "Fallen Walls And Pedestals" con le sue atmosfere mediorientali, i secchi tamburi e la tipica chitarra a la Hackett. "Beasts in Our Time" alterna parti acustiche cantate ad un riff orchestrale memorabile ed assoli di classe.
Il sound mediorientale si ripropone nel prog-rock di "Under The Eye Of The Sun" dove si apprezza anche un eccellente lavoro di basso; profumi di Stati Uniti del sud in "Underground Railway" con Hackett che suona la chitarra resofonica.
Il picco dell'album è rappresentato dagli undici minuti di "Those Golden Wings" dove un canto delicato si alterna a parti epiche fino ad arrivare ad un emozionante assolo di chitarra di tre minuti.
Ritmi nord-africani ed indiani caratterizzano "Shadow And Flame" mentre "Hungry Years" è un momento di respiro prima del maestoso trittico finale: "Descent", "Conflict" e "Peace".

E' incredibile che dopo 50 anni di carriera si possa ancora riuscire a pubblicare album di tale livello.
GOOD MUSIC.


"At The Edge Of Light" è disponibile in edizione 2LP + CD e in edizione limitata CD + DVD Mediabook.

mercoledì 23 gennaio 2019

LYNYRD SKYNYRD “Pronounced 'lèh-'nérd 'skin-'nérd” (1973)

CLASSICI DA RISCOPRIRE


Nel 1972 Al Kooper rimase impressionato da una band sconosciuta che aveva visto esibirsi in un locale di Atlanta; fu così che decise di produrre l’album di debutto dei Lynyrd Skynyrd.
La band aveva già pronto gran parte del materiale che sarebbe confluito nell’album: brani di matrice rock, country e blues con tre chitarristi solisti, Honky-Tonk piano e tanta potenza di suono.

L'album inizia con il bellissimo riff di "I Ain't the One", dove la chitarra di Gary Rossington si intreccia con quelle di Ed King e Allen Collins; si prosegue con la eterea "Tuesday's Gone", ballata country-blues impreziosita dal mellotron di Kooper e dal piano di Billy Powell (ex roadie reclutato poco prima della registrazione del disco).
Dopo la allegra "Gimme Threes Steps" si passa alla mitica "Simple Man", un'altra grande ballata che parla di una madre che esorta suo figlio ad essere un uomo semplice, di stare lontano dai guai e di godersi le piccole cose ma anche di essere forte rispetto ai momenti più tristi della vita. A seguire il rock'n'roll "Things goin' On" (caratterizzata da un meraviglioso Honky-Tonk piano) e l'acustica "Mississippi Kid", Delta-blues con la slide di Allen Collins in evidenza.
Dopo la granitica "Poison Whiskey" arriva il gran finale "Free Bird", canzone epica simbolo di tutto il movimento Southern Rock. Il brano (dedicato da Ronnie Van Zant a Duane Allman) comincia come una lenta ballata rifinita dalla slide guitar di Rossington e dal piano di Powell, per poi accelerare nella parte centrale e finire in un infuocato assolo a due chitarre.

"Free Bird" entrò in classifica direttamente al numero 19 ed ebbe ovunque un enorme successo; ancora oggi è considerata un monumento del Rock.



giovedì 10 gennaio 2019

MOLLY HATCHET "Shield Of Honor" (2019)

SEGNALAZIONE


Per celebrare il quarantennale (ricorso lo scorso anno) la band di Jacksonville pubblicherà due nuovi  album nel 2019: uno dal vivo intitolato "Battleground" ed uno in studio dal titolo "Shield Of Honor".

To celebrate the fortieth anniversary (appeal last year) the band of Jacksonville will release two new albums in 2019: one live entitled "Battleground" and one in the studio entitled "Shield Of Honor".